Narrare la storia. Ricerca e creatività. A cura di Manfredi Scanagatta con gli studenti della VB Liceo classico Cornelio Tacito di Roma.

Nell’anno scolastico che sta per giungere al termine, gli studenti della V B del Liceo Classico Cornelio Tacito, hanno sviluppato come percorso di Alternanza Scuola Lavoro un progetto offerto dall’Istituto Luce. Obiettivo del progetto era la realizzazione di una mostra multimediale composta dalle fonti audio visive presenti all’interno dell’Archivio Storico dell’Istituto Luce.

La sfida posta agli studenti non era semplice, ai ragazzi è stato chiesto come prima cosa di scegliere l’argomento d’analisi; e la classe ha deciso di studiare, analizzare e raccontare, come il fascismo riuscì a permeare la cultura e la società italiana nei primi anni della dittatura. In poche parole si è deciso di parlare di ciò che la storiografia definisce come fascistizzazione dell’Italia, un argomento sicuramente non semplice, che per poter essere affrontato in modo adeguato, ha richiesto la costruzione di sottogruppi di ricerca che individuassero dei focus tematici precisi.

Con la definizione dei gruppi si è iniziato anche ad individuare i temi della mostra: scuola, comunicazione, sport, urbanistica e opposizione. Ognuno di questi temi ha preso spazio, forma e parola all’interno della mostra attraverso degli schermi e degli impianti audio.

È importante avvicinare i ragazzi ai contenuti storici non come qualcosa da imparare a memoria, ma come elementi indispensabili per la costruzione di un pensiero critico, elementi che non appartengono al passato ma che contribuiscono alla costruzione del presente. La relazione tra passato e presente delle volte è complessa da comprendere, per questo l’individuazione di focus tematici trasversali come appunto la scuola, la comunicazione, lo sport, l’urbanistica e l’opposizione; è stato fondamentale per semantizzare il presente attraverso l’osservazione della storia.

Il fatto che siano stati gli studenti stessi a scegliere l’argomento d’analisi e i focus di approfondimento non è un passaggio pedagogicamente scontato, fin da subito sono stati costretti a confrontarsi con l’idea stessa di ricerca e si sono dovuti chiedere cosa a loro interessasse e perché.

L’attività didattica non ha avuto il classico svolgimento top down, ma anzi è stata prodotta dal basso, così come la ricerca, che ha visto degli studenti di un liceo doversi calare nei panni non solo e tanto di uno storico, ma di un public historian, dal momento che il loro compito non si limitava alla ricerca, ma richiedeva anche una messa in scena. Un ruolo fondamentale in tutto il progetto, ma specificatamente in questa fase, l’ha avuto la professoressa tutor, Chiara Maria Galeotti, docente di storia e filosofia, che ha aiutato i ragazzi a comporre un contesto d’analisi all’interno del quale inserire la ricerca. Gli studenti hanno fatto ricerca bibliografica e si sono confrontati con testi di diverse provenienze così da avere un quadro il più possibile ampio della contingenza storica legata al periodo d’analisi della ricerca. Il progetto non si è concentrato solo sull’analisi della ricerca storiografica, ma ha richiesto agli studenti di confrontarsi anche con le dinamiche della comunicazione, interrogandosi sulle possibilità di rappresentazione e narrativizzazione della storia.

In questa fase le competenze dell’Istituto Luce sono state fondamentali, dare l’opportunità agli studenti di potersi confrontare, con montatori professionisti e con storici che da anni lavorano nelle rappresentazioni museali e documentaristiche, ha posto i ragazzi davanti ad ulteriori domande, alle quali siamo riusciti a trovare delle risposte osservando i sistemi comunicativi dell’oggi, individuandone punti di forza e debolezza.

Nell’epoca della “post verità” e del relativismo acritico in cui i social network non eliminano, ma rinforzano il senso di “certezza di comunità”, è importante imparare a riconoscere la distanza che vi è tra una narrazione realizzata in seguito ad un ragionamento e una ricerca, e una narrazione tesa unicamente a coinvolgere l’osservatore attraverso l’utilizzo di stereotipi e categorie senza fondamento critico.

Ricerca, comunicazione e rappresentazione, questi i tre grandi assi su cui si è strutturato tutto il progetto.

La selezione dei materiali ha richiesto un lavoro lungo, agli studenti infatti non è stato chiesto “solo” di trovare le fonti più attendibili o che maggiormente riuscissero a descrivere i temi di analisi, ma si è lavorato in modo tale che queste fonti fossero anche le più interessanti e esteticamente coinvolgenti.

Per sviluppare questa fase ogni gruppo è andato negli uffici dell’Istituto Luce, dove con la mia supervisione, ha avuto il tempo e il modo di individuare le fonti che maggiormente riuscissero a rispondere a tutte le esigenze richieste dal progetto.

Una volta individuati e collezionati tutti i materiali, ogni gruppo ha lavorato sulla costruzione di uno storyboard, un filo narrativo che tenesse legato ogni gruppo all’altro, ma che contemporaneamente riuscisse ad esaudire le necessità narrative di ogni singolo tema. Subito dopo è iniziata la fase di montaggio dei contenuti, compresi i file audio registrati dagli studenti che descrivevano e contestualizzavano ogni schermo.

Questa è stata forse la fase più complessa, perché ha richiesto un lavoro di sintesi non indifferente e perché riuscire a non perdere la strada nelle fasi finali di un progetto, quando delle scadenze pressano, è forse l’insegnamento più importante che il progetto ha dato dal punto di vista lavorativo.

Essere puntuali, precisi e rispettare delle deadline, non perché imposte, ma perché necessarie a raggiungere l’obiettivo.

Gli studenti anche in questo caso si sono dimostrati all’altezza della prova, il 9 nove di Aprile, all’interno dell’Istituto Tacito è stata allestita la mostra: “Fascismo: tra conformismo e repressione”.

https://youtu.be/1TzMfUGqibg  comunicazione

https://youtu.be/J5zjmmUSZa0  Istruzione

https://youtu.be/hVi1ew8I8hw  urbanistica

https://youtu.be/4uW04xDJbQg  sport

La presentazione della mostra si è rapidamente trasformata in un vernissage. Ci si aspettava che qualche classe sarebbe venuta a vedere il lavoro svolto, ma non ci immaginavamo le file fuori dalla porta, con ogni classe che veniva accompagnata in una visita guidata dagli studenti stessi, applicando le pratiche della peer education e aggiungendo così un pezzo fondamentale nell’innovazione didattica proposta dal progetto.

Possiamo affermare che il progetto abbia raggiunto tutti i suoi obiettivi,dimostrando come l’Alternanza Scuola Lavoro, di per se possa essere un ottimo strumento di crescita se usata in modo critico e costruttivo; ancora una volta degli studenti hanno dimostrato che se ben stimolati possono raggiungere ottimi risultati, stupendo per le capacità di ragionamento e approfondimento di temi anche molto complessi.

E’ compito degli istituti e degli enti culturali, pubblici e privati, continuare a percorre una strada in cui le produzioni storiche, artistiche e culturali assumano un ruolo sempre più centrale all’interno delle società contemporanee, perché solo così si può sperare di avere in futuro, dei cittadini capaci di affrontare il loro contemporaneo con cognizione di causa, capaci di discernere il vero dal falso il giusto dallo sbagliato, non per idee preconcette, ma per la capacità di analisi critica.

 

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