Per la terza edizione del pcto/progetto didattico L’Officina di Didattica Luce in Sabina, realizzato nell’anno scolastico 2022/23 dall’Archivio Storico Luce e dall’Archivio di Stato di Rieti, si è svolto un laboratorio di studio, schedatura, analisi tematico-visuale e riuso critico e creativo, incentrato sulla porzione fotografica dell’archivio della famiglia Vincentini, conservato dall’Istituto reatino. Due le classi coinvolte: il III S A del Liceo scientifico opzione scienze applicate – IIS “C. Rosatelli” e il V B, sezione grafica, del Liceo artistico “A. Calcagnadoro” – IIS “Elena Principessa di Napoli” di Rieti. I risultati del laboratorio sono confluiti nell’esito espositivo Erbario di famiglia, inaugurato lo scorso 14 giugno, presso l’Archivio di Stato di Rieti, in occasione dei 70 anni dell’Istituto. Dopo aver pubblicato il contributo di Mattia Bizzarri, studente del Rosatelli, sul riuso critico del patrimonio del fondo Vincentini, oggi è la volta di Roberta Salvemini, che illustra il lavoro di rielaborazione creativa compiuto con i suoi compagni di classe del Calcagnadoro.
di Roberta Salvemini
Con i miei compagni per l’Erbario di famiglia abbiamo provato a giocare con le foto e gli altri documenti dei Vincentini, come le lettere, i diari e i temi, messi a disposizione dall’Archivio di Stato di Rieti. Sicuramente una delle parti più complesse è stata cominciare, prendere confidenza con la storia della famiglia e con i loro materiali. Per arrivare ai prodotti finali, agli elaborati grafici, ideati e realizzati materialmente da noi, ci siamo divisi in quattro gruppi di lavoro. Ogni gruppo ha realizzato un prodotto diverso.
Il primo prodotto Giri di moda consiste nella reinvenzione dell’abbigliamento di fine Ottocento e di inizio Novecento che contraddistingue i vari componenti della famiglia Vincentini. Ispirandoci al gioco da tavolo Gira la moda e all’uso dei figurini, il nostro intento è stato quello creare vestiti e acconciature moderni che potessero essere applicati a uomini, donne e bambini di un tempo antico. Così da un lato abbiamo selezionato tra le foto quelle che ritraggono persone a figura intera e posizionate frontalmente, due requisiti da noi fissati per una buona riuscita del prodotto. Dall’altro lato è stata effettuata una ricerca su libri e sul web di indumenti, accessori, look tipici di varie decadi del secolo scorso, dagli anni Cinquanta ai giorni nostri. Quelli che ci sembravano più identificativi di alcuni momenti della storia della moda e del costume sono stati riadattati alle silhouette, in precedenza ritagliate e isolate dallo sfondo. Così il visitatore può scegliere quali occhiali da sole, quale capigliatura, che tipo di gonna, pantalone o scarpa far indossare a un Vincentini del passato.
Il secondo gruppo è partito invece da un album pocket tascabile, custodito nel fondo famigliare, progettandone due nuovi prototipi, ciascuno con il loro packaging. A livello di stile sono stati utilizzati colori accesi, ma naturali, come ad esempio il magenta, il beige e l’ocra per restituire la sensazione dell’antico. Rispetto alle foto da inserire nei due album tascabili il gruppo ha immaginato che essi potessero essere indirizzati a un marito, a un padre o ad un figlio al fronte, durante una guerra. Quindi tra i soggetti presenti nelle foto sono stati scelti donne e bambini. In più, per far interagire ancora una volta il visitatore con l’oggetto, le foto individuate sono state stampate in duplice copia, dando la possibilità di giocare ad una sorta di Foto memory.




Il terzo progetto artistico riguarda un gruppo di lettere scritte da Luzio Ubaldo Borgogelli Avveduti a Lidia Vincentini, nei mesi che precedono il loro matrimonio, dal maggio all’ottobre del 1924. La prima fase del lavoro ha visto la comprensione e la trascrizione minuziosa di tutte lettere. Successivamente, dopo aver analizzato il loro contenuto, si è deciso di selezionarne una e di modificarla dal punto di vista formale, traendo ispirazione da un’altra lettera contenuta nel fondo, in cui le frasi sono “mascherate” attraverso una sintassi e una grammatica inventate. Il risultato finale, dal titolo Nozze di lettere, in cui a fare da sfondo alla lettera viene inserito un disegno del castello di Montenero, dove i due giovani si sono sposati, lascia al visitatore il compito di decifrare quelle parole.
L’ultimo gruppo ha ideato le pagine di un immaginario diario di Maria Laura Vincentini, riusando i temi trovati in un suo quaderno e mixandoli con alcune foto che potessero aderire ai concetti espressi. Così in uno scritto nel quale si descrive il paesaggio fuori da una finestra troviamo una donna appoggiata su una staccionata che guarda l’orizzonte. La staccionata si apre in uno spazio della pagina che nel tema originale è caratterizzato da righe e righe di puntini di sospensione. Nell’altra pagina individuata, il testo narra la storia di due compagne di classe che con fantasia vengono interpretate da Maria Laura e sua sorella Lidia, ritratte l’una accanto all’altra, quando erano bambine. Questi esiti sono stati chiamati Componimenti.




Lavorare in gruppo non è stato affatto semplice, a partire dai primi istanti del progetto. Trovare un’idea che possa mettere d’accordo tutti i componenti non è scontato, ma è un’occasione perfetta per confrontarsi, ascoltare le opinioni altrui ed esprimere le proprie. Il lavoro è stato particolarmente stimolante perché ci ha permesso di ampliare le nostre competenze di grafica e le capacità di utilizzo dei programmi, sfruttandole al meglio per sviluppare la nostra creatività, ideando soluzioni originali e curiose. Tutto questo è stato accompagnato dalla conoscenza della famiglia Vincentini. Il progetto ha svelato infatti aspetti interessanti della quotidianità di questi personaggi, parte della storia della provincia reatina da noi abitata. È sempre emozionante riuscire a toccare dei pezzi di storia con le mani.