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Cura e assistenza sanitaria tra storia locale e storia nazionale.

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I primi di gennaio è uscito il libro “Un gran futuro dietro le spalle. Breve storia di Fara in Sabina e dei preventori della C.R.I.” scritto da Alberto Amici, farese doc, non nuovo a pubblicazioni e narrazioni sulla storia locale di Fara in Sabina.

Il cinegiornale Luce del 1933 ci mostra l’inaugurazione dei due preventori, uno femminile intitolato a Jolanda di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele III,  ed uno maschile intitolato al medico Emilio Maraini. In realtà i due luoghi hanno una loro storia già a partire dalla metà del Cinquecento. Colle San Francesco e Colle San Fiano erano due siti religiosi, un convento ed una piccola chiesa. E si trasformeranno in stazioni climatiche negli anni dieci del Novecento: Villa Paradiso e Villa Savoia. Prima di proprietà privata, poi della Croce Rossa Italiana.
Il libro riporta alcune testimonianze di bambini e bambine di allora che vissero diverso tempo nei preventori. “Ero una ragazzina fragile e magrissima: non mangiavo niente. Il medico locale, dottor Alfio Rinaldi, che poi morì in guerra, disse a mamma che era meglio se cambiavo aria. Così decisero di portarmi a Fara.”(testimonianza di Maria Sottano, nata a Poggio Bustone).

Un altro libro da poco uscito è “Dall’assistenza all’infanzia all’infermieristica pediatrica. Immagini e documenti di una professione in continua evoluzione in Italia e in Europa” a cura di Paola Callegari, Andrea Calvo, Fatima Masucci, editore Bonomia University Press.

Gli autori ci dicono“Quello che presentiamo non è un libro di storia della medicina e, per evitare di generare false aspettative in chi si accinge alla lettura del volume, è utile chiarire che per gli autori è il tentativo di tracciare in un unico testo il continuum dell’evoluzione assistenziale rivolta all’infanzia attraverso la raccolta di immagini che sono patrimonio frammentario ed esclusivo di istituzioni, archivi e luoghi diversi”.

In copertina l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. L’archivio storico Luce conserva diversi soggetti per la regia di Francesco Pasinetti.

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