SUMMER SCHOOL SISF 2017, Il libro fotografico. Culture, progetti, professioni, pratiche. A cura di Alessandra Tomassetti

La SISF (Società italiana per lo studio della fotografia) in collaborazione con Università degli studi della Tuscia, l’Università di Bologna Alma Mater studiorum, l’Università degli studi di Firenze, e il contributo dell’ISIA di Urbino (Istituto superiore per le industrie artistiche) ha organizzato la Summer School 2017 dedicata al mondo dell’editoria, completando così il ciclo formativo trasversale e interdisciplinare sulla fotografia intesa come oggetto, soggetto, strumento e pratiche per le culture contemporanee, iniziato nel 2015 sull’archivio e proseguito nel 2016 sulla mostra fotografica.

Come per le esperienze precedenti il Centro studi alpino dell’Università della Tuscia ha ospitato l’evento, che ha coinvolto 27 soci, differenti per età, provenienza geografica e culturale.

L’idea di fondo era quella di esplorare le diverse componenti, protagonisti e realtà che concorrono alla realizzazione di un libro fotografico, dalla fase progettuale alla produzione e la distribuzione, coinvolgendo attori e protagonisti che appartengono a mondi professionali molto eterogenei (dal fotografo all’editore, dal grafico al critico, dal ricercatore al collezionista). A completare l’esperienza formativa un laboratorio didattico, Progetto Pieve Tesino 2017, per sperimentare esperienze e pratiche di un vero e proprio volume che avesse per oggetto/soggetto la fotografia.

Hanno accompagnato il folto e motivato gruppo di “alunni” il presidente della SISF prof. Giovanni Fiorentino (Università della Tuscia), Francesca Bonetti (segreteria SISF, Istituto centrale per la grafica), Monica Maffioli (vice presidente SISF, Museo nazionale Alinari per la fotografia). Il laboratorio è stato coordinato da Giovanna Calvenzi (direttivo SISF, photo-editor e presidente del Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo), Luca Pitoni (graphic designer, docente al Politecnico di Milano), e Alessandro Imbriaco (fotografo free lance).

La Summer School è iniziata nel pomeriggio del 24 luglio, sotto una pioggia battente, con l’incontro con un prestigioso relatore, il fotografo Gianni Berengo Gardin, uno dei massimi rappresentati in Italia e nel mondo della fotografia di reportage: autore di 258 libri di fotografie, ha raccontato in maniera accattivante le proprie esperienze nel mondo della fotografia, dagli inizi come fotoamatore, alla carriera internazionale, la sua preferenza per la fotografia di reportage come strumento di informazione, rispetto a quella di documentazione che si occupa di rappresentare il paesaggio o l’arte e l’architettura.  I rapporti personali e lavorativi con Adriano Olivetti, con il quale ha collaborato per 15 anni, a quello con Franco Basaglia, con il quale, insieme a Carla Cerati, ha documentato la condizione manicomiale: immagini scioccanti certo ma piene di umanità e di consapevolezza. Ogni fotografo, ha sostenuto Berengo Gardin, scegli come e cosa raccontare della realtà, fermo restando quelli che sono i pregi e i limiti del mezzo fotografico, che mai deve “scimmiottare la pittura”: per questo motivo egli ha sempre preferito per l’esposizione dei suoi scatti l’utilizzo del formato 40×30. Riguardo al libro fotografico, tema centrale dell’incontro, egli ha messo in evidenza quanto sia necessario per la buona riuscita del prodotto editoriale il progetto di partenza, che naturalmente necessita di tutte quelle professionalità che coadiuvano alla sua realizzazione.

È stato proprio questo il filo conduttore degli interventi che sono proseguiti nel corso delle intere e intense giornate, a incominciare dalla presentazione del “Progetto Pieve Tesino 2017”, ad opera di Giovanna Calvenzi, Luca Pitoni e Alessandro Imbriaco, che ha avuto l’obiettivo di dimostrare tutta la complessità della produzione reale di un prodotto editoriale fotografico.

Il giorno successivo, rinfrancati da una ricca e abbondante colazione presso il Taxus Hostel (che ha ospitato una parte di noi), abbiamo affrontato la seconda giornata, ancora un po’ uggiosa, ed il primo intervento, Alberto Bianda grafico luganese, che ha parlato della sua esperienza professionale a fianco tra gli altri di Gabriele Basilico, Ferdinando Scianna e Sergio Libis, curando la veste grafica dei lori libri fotografici, e il rapporto con la Galleria Gottardo della quale è stato art director fino al 2008, e le esposizioni fotografiche di cui ha curato la realizzazione.

Si prosegue con Manica Maffioli che ha ripercorso la storia dei Fratelli Alinari, da fotografi a Firenze dal 1852, alla fondazione della casa editrice nel 1893, alla commercializzazione del repertorio iconografico che continua anche oggi, grazie alla creazione di un copioso centro di documentazione più che archivio in quanto non storicizzato, fornendo immagini ad altri editori.

La mattinata prosegue con Lucia Miodini, dell’ISIA di Urbino, che presenta un carrellata di importanti esperienze di libri fotografici di reportage degli anni Settanta del secolo XX come espressione della protesta sociale e culturale, racconto della differenza. Particolarmente suggestivo il piccolo volume “Immagini del NO” di Paola Mattioli, Anna Candiani e Arturo Carlo Quintavalle presentato da Lucia, una raccolta di  45 fotografie in bianco e nero che documentano le battaglie del movimento femminista e altre manifestazioni di protesta dell’epoca in Italia, pubblicato in 1000 esemplari numerati, all’indomani della vittoria del NO al referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio, in cui la parola NO è visualizzata con grande efficacia.

Nel pomeriggio Cecilia Piazza, giovane studiosa e graphic design, presenta il progetto di ricerca Pho-to-booked, estratto dalla sua tesi di laurea in Design della comunicazione al Politecnico di Milano, sul prodotto editoriale, da strumento di promozione dell’inizio del Novecento a luogo di sperimentazione artistica negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo, focalizzando l’attenzione su quanto la scelta del formato editoriale sia un elemento caratterizzante per la buona riuscita dei singoli progetti.

Giovanni Fiorentino, “padrone di casa” sia come presidente SISF che come direttore del Dipartimento di scienze umanistiche, della comunicazione e del turismo dell’Università della Tuscia, nel suo intervento propone una serie di spunti di riflessione su come il libro fotografico si ponga sia prima e dopo la rivoluzione gutenberghiana, che a quella del digitale, perché per sua natura, la composizione dispone le immagini per connessioni, associazioni, legami; egli ci propone quindi una serie di suggestioni librarie interessanti, come un po’ tutti i relatori che si sono succeduti nel corso dei cinque giorni di formazione, proponendo letture veramente molto stimolanti.

Nello stesso giorno inizia il laboratorio Progetto Pieve Tesino 2017: Alessandro Imbriaco nel corso della mattinata, ha scattato una serie di fotografie che ci ha proposto nel pomeriggio, che sono la base di partenza per la costruzione dei nostri libri fotografici. Divisi in cinque gruppi, ognuno dei quali con componenti di diverse competenze, abbiamo iniziato a ragionare, a “buttare giù” qualche idea su come e cosa potesse essere il proprio progetto editoriale, ed è stato il primo momento di scambio e di… “scontro costruttivo” tra di noi.

Il terzo giorno si è aperto con il fotografo Olivo Barbieri e l’editore Danilo Montanari, che hanno raccontato l’evoluzione tecnica, culturale e professionale di Barbieri nell’arco di quaranta anni di attività, sempre concentrato sulla fotografia documentalistica, partendo dai primi progetti sull’illuminazione artificiale in Europa ed Oriente, fino alla recenti esperienze sulla molteplicità delle realtà nel nostro sistema di vita. Il libro fotografico è importante, ha sostenuto Barbieri, perché rende comprensibile un progetto.

La mattinata prosegue con Luca Pitoni che illustra il panorama dell’editoria internazionale.

La bella giornata consente a tanti di noi di pranzare al sacco nel Giardino d’Europa nell’Alboreto del Tesino, un godibilissimo momento di pausa.

Nel pomeriggio Piero Cavagna, studioso di fotografia e educazione all’immagine nonché collezionista di libri fotografici, ha raccontato trenta anni di storia e fotografia italiana partendo da una singolare suggestione, il romanzo di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”, che descrive la volontà di una nuova società, di crescita intellettuale e culturale, di partecipazione ed impegno, che ha avuto, secondo Cavagna, il compimento con la mostra “Viaggio in Italia” organizzata da Luigi Ghirri nel 1984 nella Pinacoteca provinciale di Bari, in cui per così dire nasce il manifesto della “Scuola italiana del paesaggio”. Contrario ad ogni forma di “riflusso” e di rimozione della realtà e della memoria, Cavagna è stato l’artefice del progetto “Ich Übernehme eine Seele – Io adotto un’anima”, una istallazione nella città di Trento, in cui 20 bambini scegliendo altrettanti coetanei vittime della Shoah, li hanno fatti in qualche modo rivivere con loro (i ragazzi sono stati fotografati con i ritratti degli altri in mano), perché le anime si potessero idealmente incrociare, per capire e non dimenticare.

Il pomeriggio è proseguito con Silvia Loddo e Cesare Fabbri che hanno illustrato l’attività editoriale di “Osservatorio fotografico”, il laboratorio permanente di ricerca sulla fotografia e l’editoria specializzata di Ravenna.

Si termina con il laboratorio: finalmente si definisce la linea progettuale ed editoriale per la costruzione, anche fisica, dei libri fotografici. Ogni gruppo ha iniziato a lavorare praticamente: la scelta delle immagini, la discussione su come e cosa inserire, la scelta del mezzo, forma, dimensione. Ognuno ha espresso la propria opinione, si discute si, ma con la convinzione che ogni competenza ed abilità possa concorrere alla buona riuscita dell’impresa.

La mattina seguente, rinfrancati da una bella giornata di sole, ha iniziato Giulia Zorzi che ha raccontato l’esperienza di MiCamera, non solo bookstore a Milano, ma incubatrice di progetti a sostegno di giovani artisti, promozione culturale e non solo fotografica. In particolare ha raccontato l’interessante esperienza della mostra di Lorenzo Tricoli organizzata nel maggio 2012 nell’edicola di piazza Fidia, che una volta chiusa, ha rappresentato la profonda trasformazione sociale e urbanistica di quella zona della città.

La mattinata prosegue con Nicolò Degiorgis, fotografo ed editore di Bolzano di “Rohof”, che ha raccontato la sua esperienza di produttore dei suoi libri, e l’attenzione alla veste grafica ed al formato, convinto, egli ha sostenuto, che entrambe siano il mezzo per rendere più efficace il messaggio chele  immagini vogliono dare; i suoi libri sono fuori dalla distribuzione ordinaria, per ora sono 13 i volumi editi. I più famosi sono “Lo sceriffo e la moschea itinerante” del 2017, immagini del quotidiano “La Tribuna di Treviso”, anche istallazione con un video che riproduce, come fosse un copione, la lettura del giornale, e “Hidden Islam”, sui luoghi di incontro e di preghiera degli islamici nel Nord-est d’Italia.

Nel pomeriggio incontro con Roberta Valtorta (direttivo SISF, storica e critica di fotografia) e il fotografo Vittore Fossati che hanno raccontato l’esperienza del libro “Viaggio in un paese terrestre”, esito di un progetto durato 5 anni (1997-2002) che egli ha condiviso con lo scrittore Giorgio Messori, che ne ha curato il testo: un percorso di luoghi in cui hanno vissuto o visitato i loro artisti e poeti preferiti, dei quali essi  scoprono l’essenza grazie alla mediazione della cultura e della curiosità, luoghi terrestri, perché il limite della permanenza sulla terra rende tutti estranei al paesaggio stesso. L’intervento è stato veramente emozionante, il ricordo a tratti struggente di questa esperienza, ha lasciato stimoli nuovi e interessanti, ogni immagine vista e raccontata ha tante chiavi di lettura, quante sono le personali capacità di conoscenza rispetto alla propria formazione.

Dario Cimorelli, anch’esso presentato da Roberta Valtorta, amministratore delegato della Silvana Editoriale, ha offerto una visione diversa del mondo dell’editoria e della fotografia, quello delle strategie di sviluppo della progettazione, realizzazione e  diffusione del settore del libro fotografico, le possibilità di finanziamenti e operazioni di promozione della cultura.

La giornata si è conclusa, in tarda serata, con il laboratorio: i tempi erano stretti e occorreva realizzare il progetto editoriale che ogni gruppo aveva ideato. È stata dura, ma con tanto entusiasmo i nostri libri hanno incominciato a prendere forma.

 

La mattina del 28, di buon’ora, tutti a completare i libri: una corsa contro il tempo, ma il duro lavoro ha premiato i nostri sforzi. Ogni gruppo ha presentato il proprio progetto editoriale, tutti diversi tra loro sia come impostazione dei contenuti, che di quella grafica. I nostri tutor sono stati molto soddisfatti del lavoro, e hanno decretato la riuscita dell’esperimento.

Nella ripresa dei lavori nel pomeriggio si è svolto l’incontro con il fotografo Guido Guidi e Leonardo Sonnoli (graphic designer, e suo collaboratore da anni): il colloquio, a tratti veramente godibile per la loro simpatia, ha fornito spunti importanti rispetto al rapporto tra la fotografia e l’esposizione in un volume, i vantaggi e limiti di una eccesiva attenzione alla forma più che alla sostanza; Sonnoli, che utilizza una griglia per la composizione delle immagini, ha spiegato che questa progettazione grafica amplifica i soggetti della fotografia come fossero architettonici; Guidi, pur accettando questa impostazione editoriale, ha tuttavia espresso qualche riserva sulla possibilità di sopravvalutare il carattere estetico della esposizione delle immagini rispetto al loro significato.

 

Conclusioni finali nel parco del belvedere di Pieve Tesino: esperienza altamente formativa per tutti, incontri ed interventi pertinenti e puntuali, riuscito l’esperimento del laboratorio, che sebbene faticoso, ha messo in luce quanto siao concorrenti per la buona riuscita di un progetto editoriale fotografico  tante e diverse professionalità e competenze, che dietro è necessario ci siano contenuti, perché la forma non è sufficiente a far penetrare il messaggio e la visione del fotografo, che un’immagine può essere letta da punti di vista differenti, e che solo la collaborazione tra fotografo, grafico, editore rende a piano il progetto fotografico.

La SISF ha infine avanzato l’invito a formulare nuove proposte formative essendosi concluso il ciclo su archivi, mostre e libri di fotografia: l’augurio è che questa opportunità di sviluppare i processi di conoscenza dell’immagine e del suo contesto possa continuare con la stessa qualità nell’ottica della multidisciplinarietà e di nuovi sviluppi di apprendimento.

 

Bibliografia:

Franca BASAGLIA – Franco BASAGLIA (a cura di), Morire di classe. La condizione manicomiale fotografata da Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin, Torino, Einaudi, 1969.

Nanni BALESTRINI, Vogliamo tutto, Milano, Giangiacomo Feltrinelli editore, 1971, nel romanzo viene affrontato il tema del lavoro, e delle lotte sociali e politiche degli anni Settanta.

Luigi GHIRRI, Gianni LEONE, Enzo VELATI (a cura di) Viaggio in Italia, Milano, Il Quadrante, 1984. Biblioteca digitale reggiana: http://digilib.netribe.it/bdr01/visore2/index.php?pidCollection=Ghirri-12-Viaggio-Italia:140&v=-1&pidObject=Ghirri-12-Viaggio-Italia:140

Paola MATTIOLI, Anna CANDIANI, Arturo Carlo QUINTAVALLE, Immagini del NO, Collana Occhio magico n. 11, Milano, All’insegna del pesce d’oro, 1974.

 

 

 

 

 

 

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