In occasione del corso di formazione “Gli audiovisivi negli archivi e nelle biblioteche”, organizzato dalla sezione Lazio dell’ANAI e dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, nei giorni 9 – 10 novembre, uno dei relatori è stato Fabrizio Micarelli, funzionario e conservatore del patrimonio audiovisivo dell’Archivio Storico Luce.
La sua articolata relazione che potrà essere di aiuto per tutti coloro che si occupano di archivi audiovisivi: “La conservazione dei materiali audiovisivi.L’esperienza del LUCE .
Nella mattina del 10 novembre il panel: “Storia dei supporti e loro identificazione. Primi interventi di manutenzione conservativa. Esperienze a confronto”. Laura Ceccarelli, vicepresidente della sezione ANAI Lazio, ha introdotto gli interventi della giornata dedicata a “la storia dei supporti e la loro identificazione con cenni sui primi interventi conservativi ed esperienze a confronto”.
Il primo intervento a cura di Francesca Angelucci del CSC-Cineteca Nazionale, ha affrontato l’argomento partendo da una breve sintesi della storia del cinema per poi parlare di una parte più tecnica riguardante la pellicola come puro oggetto fisico. A seguire Luciano D’Aleo dell’ICBSA, Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, che ha approfondito il mondo dei media sonori in tutte le sue forme ripercorrendo la storia dei tanti supporti che si sono succeduti nel tempo. L’ultimo intervento della mattina è stato quello di Barbara Zonetti dell’ICRCPAL – Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, che ha focalizzato l’attenzione sulla pellicola cinematografica a 360 gradi in tutta la sua particolarità, evidenziandone le caratteristiche e le problematiche di durabilità dei vari supporti.
Nel pomeriggio si sono susseguiti gli interventi riguardanti “gli elementi base per un piano di recupero e restauro digitale con le varie esperienze a confronto”. A cominciare da quella di Sergio Bruno del CSC-Cineteca Nazionale che ha parlato appunto di metodologia di restauro digitale, portando alcuni esempi di lavori fatti dalla Cineteca in collaborazione soprattutto con l’Immagine Ritrovata, che ha visto, a sua volta, la propria presenza al corso con la partecipazione di Elena Tammaccaro, il quale intervento ha messo in evidenza alcuni modelli sia di restauro analogico sulla pellicola, che in digitale, effettuati nel famoso laboratorio di Bologna. In ultimo l’apporto del simpaticissimo Antonello Zanda della Cineteca Sarda che ha riportato l’esperienza dell’istituto isolano il quale ha come riferimento la cura e la valorizzazione dei materiali audiovisivi di famiglia, come i filmini 8mm e super 8mm che tanto hanno caratterizzato gli archivi domestici degli appassionati di cinema del secolo scorso.”