Il calendario è un sistema convenzionale di divisione del tempo. Un esempio che va oltre la divisione del tempo sono i calendari Olivetti: da omaggi aziendali a strumenti culturali.
Con l’era digitale, il calendario assolve esclusivamente alla sua funzione strumentale.
Un calendario che non ha mai perso il proprio status rappresentativo è il Calendario dell’Esercito.
Il 2018 è stato presentato a Napoli, a Palazzo “Salerno” sede del Comando Forze Operative Sud.
Il calendario inizia il racconto, diviso in dodici itinerari: il primo è la gioventù. Con lo sguardo rivolto a “… gli ultimi morti della Grande Guerra furono sei ragazzi di circa 20 anni del Reparto d’Assalto dell’8° Bersaglieri e dei Cavalleggeri dell’Aquila. Le loro giovani vite furono spezzate alle ore 15.55 del 4 novembre 1918 a Borgata Paradiso (Udine) durante l’ultima carica comandata cinque minuti prima della fine di un conflitto che portò alla morte 600 mila italiani”.
Unitamente al calendario è stata presentata una pubblicazione a fumetti dal titolo “Non chiamatelo fiume”, un volume grafico realizzato dallo Stato Maggiore dell’Esercito. L’opera, illustrata dalla giornalista de “Il Mattino” Maria Chiara Aulisio, ha una composizione grafica particolare: 14 tavole grafiche e un’immagine panoramica di circa 7 metri piegata a fisarmonica ed espandibile per raccontare le principali battaglie combattute lungo il fronte alpino italiano, dai fatti di Caporetto sino alla vittoria finale.