Luciano De Feo, Giacomo Paulucci di Calboli Barone ed il “Cinema educatore”.

Nella rivista “Studi storici” dell’Istituto Gramsci  -n. 4/2015 – è stato pubblicato il saggio Cinema “educatore”: Luciano De Feo direttore dell’Istituto Luce a cura della professoressa Fiamma Lussana.

Frutto di una ricerca lunga ed approfondita in molti archivi e biblioteche, tra cui l’Archivio Storico Luce.

La preziosa indagine ha messo a fuoco con grande chiarezza e correttezza la particolare figura di un intellettuale liberale al tempo del fascismo. Le parole conclusive del saggio lo raccontano molto bene:

«Quello di Luciano De Feo è stato insomma il destino di un anomalo grand commis, ovvero di un brillante e instancabile imprenditore culturale che nell’Italia fascista pone le sue inesauribili energie al servizio della cosa pubblica, ma che viene presto defraudato dei progetti e degli organismi da lui stesso creati, divenuti nel tempo, suo malgrado, pezzi portanti della macchina del consenso. Un destino amaro che, a dispetto del suo orizzonte culturale lungo, ha ingiustamente oscurato anche dal punto di vista storiografico la sua immagine e la sua utopia liberale del cinema educatore».

La professoressa Lussana cita tra le fonti indagate per la stesura del saggio, un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Forlì-Cesena nel fondo Giacomo Paulucci di Calboli Barone: Narrazione racconto sulla nascita dell’Istituto Luce. Quattordici pagine dattiloscritte, la prima stesura di un articolo, promemoria per la storia della nascita dell’Istituto.

Dalle pagine di Giacomo Paulucci di Calboli Barone estrapoliamo un passo di modernità, dove il cinema entra nelle scuole come strumento educativo e formativo:

«Grandi pellicole documentarie furono riprese fra le quali una diretta da Guelfo Civinini in terra di Etiopia; altri films educativi furono ritratti; una serie di pellicole zoologiche furono compiute con precisa finalità didattica;nel luglio 1925 ebbe ad interessare il Duce alla necessità che lo studio compiuto dalla Commissione degli insegnanti in unione con il De Feo potesse trovare una attuazione pratica. Ed il 14 dello stesso mese Benito Mussolini scriveva al Ministro dell’Istruzione invitandolo “a riconoscere ufficialmente la LUCE ed utilizzare la sua organizzazione tecnica e i suoi films per i fini di educazione, di istruzione, di sana propaganda”. […] a far si che un programma completo possa essere studiato per l’introduzione del cinema nelle scuole medie, così come le singole regioni, a mezzo di Patronati, Federazioni, Cineteche comunali dovranno risolvere la questione del cinema come mezzo ausiliario ed indispensabile nell’insegnamento”. Nel settembre dello stesso anno 1925 ben 19 cineteche venivano costituite nelle città capoluogo di regione, ciascuna dotata di 120 pellicole scolastiche. La cineteca veniva appoggiata ai Provveditorati agli studi e l’uso dei films da parte delle scuole medie era gratuito».

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