4 novembre, il cimitero degli eroi ad Aquileia

98 anni fa a Vittorio Veneto si consumava l’ultima battaglia del Piave. Il 4 novembre 1918 si concludeva per l’Italia il primo conflitto mondiale. Il 3 novembre a Villa Giusti veniva firmato l’armistizio tra l’impero austroungarico e la monarchia sabauda d’Italia. Il giorno seguente sarebbe entrato in vigore.

95 anni fa il 4 novembre 1921 il monumento nazionale a Vittorio Emanuele II accolse le spoglie del Milite Ignoto. Spoglie partite dall’Abbazia di Aquileia il 31 ottobre a bordo di un treno su un affusto di cannone ancora conservato nel Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano.

Il 12 dicembre 1998 fu inaugurata presso il Museo Civico del Patriarcato di Aquileia la mostra intitolata “Da nemici a fratelli” dedicata alle vicende locali nel periodo della prima guerra mondiale. Durante la mostra si tennero numerosi interventi che furono poi raccolti nella ottava edizione dei Quaderni Aquileiesi dal titolo “Aquileia – Dal 24 maggio 1915 al viaggio del Milite Ignoto”.

Da quei preziosi interventi, presentiamo alcuni stralci sul cimitero da “Le onoranze ai caduti nella prima guerra mondiale e il Cimitero degli Eroi” di Massimo Bortolotti.

Realizzato sin dai primi mesi del conflitto nell’estate del 1915 per accogliere le salme dei soldati caduti sul Carso e delineato pressoché nella forma attuale all’inizio degli anni Venti, il cimitero militare di Aquileia non seguì la sorte degli altri 2650 cimiteri disseminati nei luoghi ove si era combattuto. La maggior parte di questi, alla fine degli anni Venti, furono smobilitati per dare vita ad una complessa operazione che vide la realizzazione di grandi ossari (Cima Grappa, Pocol, Asiago, Montello, Redipuglia, Caporetto, Oslavia ed altri) per accogliere le spoglie di oltre trecentomila caduti.

il cimitero di Aquileia è testimonianza di una monumentalità discreta affidata alle semplici croci in ferro ed a gruppi statuari racchiusi dal recinto arboreo di spalliere di lauro e filari di cipressi. Vi si accede dalla cancellata in ferro battuto disegnata da Guido Cirilli e realizzata da Alberto Calligaris, un binomio artistico che si ritrova in altri punti nodali del complesso fra i quali emerge il semplice arcosolio in pietra che sovrasta il sarcofago dei dieci militi ignoti, collocato in perfetta assialità con l’abside della basilica, simbolico punto di arrivo di un percorso che dall’epoca romana giunge sino alla Grande Guerra e vero fulcro dell’intero complesso cimiteriale. (…)

La conformazione attuale del cimitero è il risultato di vari interventi sostanzialmente realizzati in due periodi: dal 1915 al 1917 e dal 1919 al 1931. Monsignor Celso Costantini, destinato in seguito ad occupare posti di vertice nella gerarchia ecclesiastica, nei suoi diari descrive i primi interventi da lui fatti realizzare non appena arrivato ad Aquileia nell’estate del primo anno di guerra: il tracciamento del viale dietro la basilica, la messa a dimora delle siepi di bosso fatte prelevare dalla sua casa canonica Concordia Sagittaria, l’invio dal Comune di Firenze, grazie all’interessamento dello scrittore ed amico Ugo Ojetti, delle piante di cipressi e lauri. Interventi questi che caratterizzano da subito la particolarità del luogo, anche per l’adiacenza monumentale, rispetto agli altri cimiteri di guerra. (…)

Ed infine una citazione nella citazione.

Ancora oggi le guide turistiche o i “reportage” giornalistici sottolineano il fascino che emana “l’atmosfera ovattata dell’ultimo, unico cimitero di guerra, rimasto intatto da quel lontano 1915″ ed il ” silente giardino dove da ottanta anni hanno radicato filari di croci eguali contrapposti al biancore della pietra d’Aurisina nei plastici gruppi scolpiti per un’iconografia d’effetto e di suggestione”.

 

Sacrario militare di Aquileia – Cimitero degli eroi.

 

 

 

 

 

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