Palazzo Marina: il palazzo delle Ancore a Roma a cura di Desirée Tommaselli

 

Il ministero della Difesa, Marina Militare Italiana, ha realizzato, con la curatela della dottoressa Desirée Tommaselli una bellissima pubblicazione dal titolo” Palazzo Marina. Il palazzo delle ancore a Roma”. Sarà possibile fare una visita guidata in occasione della Giornate del FAI il 24 e 25 marzo 2018.

Una lunga storia che parte dall’Unità d’Italia con la trasformazione della città di Roma in capitale della nazione. Ricco di documenti, progetti e fotografie, il libro ripercorre la storia dalla scelta dell’area urbanistica in trasformazione all’inaugurazione dell’edificio nel 1928.
Uno dei capitoli è:”Pittura, scultura, letteratura e arti applicate celebrano il mare e la Marina”, che riportiamo integralmente.

“Fin dal primo progetto del 1911, ad opera del Genio Militare, il nuovo Ministero della Marina è concepito in modo da dichiarare, già dall’esterno, la sua destinazione d’uso. All’epoca viene previsto, quale elemento identificativo da collocare a coronamento dell’avancorpo centrale della facciata, un gruppo scultoreo di Vittoria alata su una prora di nave antica sospinta da cavalli marini, trasposizione “in ambiente navale” delle quadrighe del palazzo di Giustizia e del Vittoriano, i modelli più prossimi dell’edificio dal punto di vista sia stilistico sia cronologico.
Magni si distacca dall’esempio dei primi cantieri postunitari e rinuncia alle monumentali statue del fastigio centrale, affidando invece “la funzione comunicativa” a un complesso apparato decorativo che, però, per motivi economici, non viene realizzato. Al termine di un quasi ventennale dibattito, il fronte principale del Ministero è munito delle due grandi e scure ancore che si stagliano sul travertino dell’avancorpo centrale. I due cimeli, ancora oggi, costituiscono il più immediato strumento d’identificazione dell’edificio, riconosciuto dai romani come il “Palazzo delle ancore”. Questa “simbologia ovvia ed eloquente”, elaborata durante il regime, ma ancora efficace, è il più evidente elemento marinaro del Ministero, ma non è l’unico. Nonostante gli interventi di “semplificazione” del progetto imposti dalla committenza, nella sede del dicastero militare marittimo Magni dispiega tutta una serie di emblemi marinareschi che ricorrono dall’esterno all’interno dell’edificio, la cui rilevanza culturale è data dalla sua missione di palazzo costruito appositamente per la Marina; da qui discende la sua originalità decorativa che ne fa un vero e proprio unicum. Dalle iscrizioni e dai bronzi dei prospetti alle vetrate, agli stucchi e agli arredi degli ambienti di rappresentanza. Tutte le arti vengono chiamate a celebrare la Marina e il suo elemento naturale: scultura, pittura, arti applicate, elementi d’arredo assumono forme di navi, di onde, di vele e di remi, di animali marini e di simboli marinari, attinti non solo dall’epoca classica, ma anche dalle glorie delle Repubbliche di Venezia e Genova.
I ritratti e le allegorie rimandano alla storia italiana, sia bellica sia esplorativa. Alle iconografie consolidate se ne affiancano altre inusitate, elaborate per mostrare le nuove scienze e le nuove tecnologie di cui la Marina si avvale e di cui è promotrice.
Le citazioni letterari da Dante, Pascoli, Carducci e d’Annunzio, scolpite a lettere capitali, rievocano la tradizione marinara italiana e l’epopea risorgimentale che ha condotto all’Unità d’Italia. L’uso dei soggetti navali a scopo puramente decorativo è comunque funzionale alla creazione di ambienti coerenti con la missione dell’edificio.
Come il Vittoriano, modello obbligato per Magni, anche il Ministero della Marina propone un viaggio simbolico:attraverso immagini, allegorie, e personificazioni, il “marinaio” e il visitatore ripercorrono le glorie dell’Italia sul mare, dall’antica Roma alla Prima Guerra Mondiale, secondo un programma iconografico che, per la lunga gestazione dell’edificio e i cambiamenti storici, politici, culturali, viene aggiornato e riconfigurato nell’arco di quasi un ventennio”.

 

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