Il volo su Vienna, b/n, muto, insonorizzato, Fondazione Cineteca Italiana, 1918.
Nella biblioteca dell’Archivio Storico Luce, tra le riviste che saranno catalogate dal prossimo settembre, c’è, rilegato, il volume settimo de “La guerra italiana. Cronistoria illustrata degli avvenimenti” redatta da Enrico Mercatali e Guido Vincenzoni, edito da Sozogno, dal 28 aprile 1918 al 13 ottobre 1918.
Nel n.18 pubblicato in data 23 agosto 1918, nella sezione intitolata La guerra aerea, viene riportato un resoconto, ripreso dal giornale Il Secolo, sulla impresa di D’Annunzio e della squadriglia Serenissima nei cieli di Vienna il giorno 9 agosto 1918.
Sono un biposto e sette monoposto SVA 5 ( Savoia e Verduzzo, gli ingegneri Ansaldo), come indica l’articolo. I piloti dell’87^ Squadriglia Aeroplani da Caccia “La Serenissima”, istituita a Ponte San Pietro (BG): Natale Palli, Antonio Locatelli, Piero Massoni, Aldo Finzi, Ludovico Censi, Giordano Granzarolo, Giuseppe Sarti e Gino Allegri.Le immagini ci mostrano il piccolo aeroporto di San Pelagio, su terreno agricolo, realizzato dopo la sconfitta di Caporetto, di fronte a villa Zaborra, oggi sede del Museo dell’aria e dello spazio. La pista, gli hangar e alcuni magazzini furono collocati nei campi retrostanti il castello, dove vivevano il comando e gli ufficiali, mentre i soldati alloggiavano nella zona circostante.
“…Il gruppo stretto intorno al velivolo di D’Annunzio procedè compatto bordeggiando Venezia verso Cervignano; lasciò sulla sinistra Udine e Cividale, traversò Tolmino e cominciò subito a lottare con le nubi e la foschia che si addensavano lungo la vallata del Drava e sui monti di Carinzia. Ecco Klagenfurt. I velivoli passano a tremila metri sulle case indisturbati, lanciano qualche manifesto e proseguono per Reichenfels, Kapfenberg, e Neuberg. Ora le nubi sono diradate: ma resta la foschia che ottenebra lo spazio. Neppure sul campo di aviazione di Weiner-Neustadt, gli austriaci oppongono reazione di tiri antiaerei o di apparecchi da caccia, cosicché i nostri valorosi possono puntare con accresciuta velocità sulle case di Vienna che già si profilano all’orizzonte. Ma ecco che dal gruppo si distanzia il velivolo pilotato dal tenente Sarti; il motore pulsa, ma l’apparecchio perde quota. I sette aviatori seguono trepidando con lo sguardo il velivolo del loro compagno che plana lentamente per raggiungere terra in cerca di un atterraggio e poi lo perdono di vista. Essi continuano il loro volo vittorioso. Ormai Vienna è raggiunta. L’azione compiuta felicemente. A Sarti è venuta meno la fortuna ed ora è certamente prigioniero. Alle 9.30 gli aviatori sono su Vienna e lanciano i manifesti.”
Il ritorno…
“…La rotta del ritorno è diversa poiché da Vienna gli apparecchi puntano in linea diretta su Granz. La città appare squallida e spopolata. Da Granz gli aeroplani si sono portati su Lubiana e quindi su Trieste. Qui nello specchio d’acqua timidamente un idrovolante tenta sollevarsi ma non può raggiungere la quota degli SVA. Nell’Adriatico le nostre torpediniere facevano vigile servizio di scorta pronta ad accorrere ad ogni evenienza; ma per fortuna non c’è stato bisogno del loro intervento. Attraverso l’Adriatico, D’Annunzio si è portato su Venezia dove ha gettato un messaggio pel sindaco e per l’ammiraglio per annunziare che il volo audace era stato felicemente compiuto. Un po’ di vana azione di antiaerei nemici su Grado e poi nuova tranquillità sino al campo di atterraggio. Era già passato il mezzogiorno. Dopo pochi minuti i naviganti vittoriosi dell’aria posero piede sulla terra italiana”.
Il 12 agosto 1936 il giornale Luce ricorda l’impresa con un servizio dal Vittoriale. D’Annunzio, che nell’impresa perse l’occhio destro, non è presente.
Si ringrazia per la fotografia della Squadriglia La Serenissima il sito Le Marche e la Grande Guerra.