Cinecittà, la Hollywood d’Europa di David Bruni

Nel numero 13 dei Quaderni del CSCI 2017 c’è un interessante articolo a firma di David Bruni, professore associato presso l’Università di Cagliari, Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio, Settore cinema, fotografia e televisione.

Giornale Luce B1087 del 5 maggio 1937 Mussolini inaugura Cinecittà.

Il professor Bruni nel suo articolo analizza due testate di riviste che raccontano la costruzione, l’inaugurazione  ed il periodo di  attività degli studios 1936-1942. Lo schermo e Cinema, punti di riferimento della politica filo-governativa del periodo. Tutto sembra parlarci anche dell’oggi.

La costituzione della Direzione Generale per la Cinematografia nel 1934 alle dipendenze dirette del Sottosegretriato per la Stampa e Propaganda, voluta fortissimamente da Luigi Freddi
, interessato alla realizzazione in Cinecittà di un polo industriale all’avanguardia in Europa. Anche oggi con l’acquisizione del ramo di azienda da parte di Istituto Luce Cinecittà di Cinecittà Studios si vuole realizzare un centro culturale ed industriale per l’audiovisivo a livello internazionale.

Nell’articolo viene raccontata una “sommaria descrizione” degli stabilimenti cinematografici riprendendo un articolo, a firma di Giacomo Paulucci di Calboli Barone, Presidente dell’Istituto Nazionale L.U.C.E., presidente dell’ENIC e del Consorzio per la realizzazione del film Scipione l’Africano,  sulla rivista Cinema del 10 luglio 1936.CN_1936_07_01.  Sarà interessante, dopo la realizzazione del MIAC  , museo del cinema e dell’audiovisivo italiano, e dei nuovi due teatri, come sarà la nuova trasformazione dell’area degli Stabilimenti cinematografici.

L’articolo si chiude sul film I grandi magazzini di Mario Camerini (1939). La ricostruzione nel Teatro 5 dei magazzini La Rinascente. Un lavoro considerato di altissimo profilo realizzato dalle maestranze di Cinecittà. La citazione, tratta da un ampio brano del Bollettino di Cinecittà, mette a disposizione dati e numeri dei materiali utilizzati.  Il tono è sempre trionfalistico e ridondante. Tanto che il professor Bruni non esita a dichiarare che si tratta di “un universo bloccato”, quasi inconsapevole, “l’assoluta impermeabilità al cambiamento, tipica di una nazione che il regime, vittima delle proprie aporie e contraddizioni, ha congelato condannandola alla riproposizione di riti e gesti uguali a se stessi, ossequiosi di una logica gerarchizzata e priva di aperture”. Come vediamo in questo cinegiornale dedicato alla realizzazione del film Scipione l’Africano concomitante alla realizzazione della città del cinema.

Giornale Luce B0937 del 12 agosto 1936 Le lavorazioni delle costruzioni sceniche per il film Scipione l’Africano.

Oggi le maestranze sono una eccellenza del nostro cinema e presto sarà fatto rinascere lo stabilimento di sviluppo e stampa delle pellicole cinematografiche per la creazione di un luogo dedicato al restauro del patrimonio filmico, bene culturale dal 1999. Uno sguardo al futuro ricordando la conoscenza del passato.

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