Dopo aver ospitato nel settembre 2021 le considerazioni della docente Bruna Cupini e della regista Elisabetta Dini sulla creazione del contributo audiovisivo Ci salvarono gli alberi, ad opera di una classe dell’Istituto Comprensivo “A. Moratti” di Fivizzano, sezione di Monzone, Massa-Carrara, pubblichiamo lo scritto dei professori Paola Guerra e Giovanni Tosi che, insieme ai loro studenti dell’Istituto Statale Istruzione Secondaria Superiore “M.O. Luciano Dal Cero” di San Bonifacio, Verona, hanno realizzato il docufilm Volti e voci di vittime civili durante la Resistenza in Val D’Alpone. Vincendo il Premio Archivio Luce nella scorsa edizione del concorso nazionale “Filmare la storia”, è stato possibile inserire nel docufilm il giornale Luce “Italia settentrionale – Le SS italiane in un attacco di rastrellamento dei ribelli” per rievocare l’Operazione Pauke (Timpano), un piano militare messo in atto dai tedeschi tra il 12 e il 14 settembre 1944, con l’obiettivo di eliminare la presenza partigiana nelle parti di territorio che potevano trasformarsi in vie di fuga, in caso di ritirata. Come viene spiegato nel film «l’operazione doveva durare alcuni giorni e in quel pomeriggio del 12 settembre 1944, proprio nel centro di Vestenanova, ormai abbandonato dai suoi abitanti che si sono rifugiati nei boschi, scendono i tedeschi che si scontrano con i partigiani, saccheggiano case, canoniche, bruciano tutto, dalla scuola all’ufficio postale, e persino il municipio il cui archivio storico va in fiamme. Quindi Vestenanova brucia e le sue contrade pure. Ecco che uomini, donne e bambini si rifugiano nei boschi, rintanandosi in buche e gallerie. Nel terrore ripensano ai beni che hanno abbandonato e che probabilmente non vedranno più». Questo fatto storico viene rievocato attraverso le interviste ad alcuni dei testimoni, Regina Panato, Lino Gecchele, Bruno Menaspà, le lettere, le foto, i ricordi e i resoconti di chi non c’è più pubblicati o tramandati, fino ai segni tangibili che raccontano quelle tragiche vicende, lapidi, capitelli votivi e percorsi commemorativi. Il docufilm dimostra quanto i documenti storici possano essere messi in vita dai giovani e disseminati con diverse attività. Infatti dalla ricerca per il docufilm sono nati un volume e, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Vestenanova, una serie di pannelli multimediali per la valorizzare il Sentiero della Memoria, che accompagnano chi lo percorre con brevi testi (in italiano, inglese e tedesco) e con un QR code che riporta ad alcune scene del film, relative appunto al luogo specifico in cui ci si trova. Tale installazione potrà essere fruita a partire dal prossimo 2 giugno.
di Paola Guerra e Giovanni Tosi
«Non c’è futuro senza memoria», diceva Primo Levi. Noi studenti dell’Istituto Dal Cero abbiamo preso sul serio questa frase. Noi che guardiamo con speranza al futuro abbiamo provato ad adottare questa parola, MEMORIA. Memoria di chi?
Così inizia il docufilm realizzato dagli studenti delle classi quarte e quinte di differenti indirizzi (tecnologico ed economico) dell’ISISS “M.O. Luciano Dal Cero” di San Bonifacio, in provincia di Verona.
La storia, per definizione, sta ad indicare l’attività di inchiesta e di ricerca storica, ma anche il risultato, la narrazione appunto, in questo caso cinematografica. Questi due momenti hanno scandito le fasi del progetto didattico, guidato da un team docenti dell’Istituto per due anni (di cui uno in pandemia).
L’attività di ricerca è dunque iniziata da una fonte materiale, il sacrario di Monteforte d’Alpone, collocato proprio a inizio vallata e che porta incisi di nomi di 130 caduti durante la Resistenza in Val d’Alpone. Di questo triste elenco il gruppo di ricerca si è, in particolare, occupato di alcune decine di vittime civili, donne, bambini, anziani, giovani, vite spezzate dall’odio e dalla brutale violenza nazifascista, vite che hanno bagnato di sangue e lacrime molte zone di questa vallata.
La ricerca è, quindi, proseguita negli archivi, nello specifico in quello dell’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, quello di Stato di Verona, nella Biblioteca civica di Verona, puntando agli articoli di giornali di quegli anni.


Successivamente gli studenti (circa una ventina) hanno effettuato la lettura, l’interpretazione e la trascrizione dei documenti, condividendo i materiali in uno spazio digitale in comune.
Con grande difficoltà, causata soprattutto dall’arrivo della pandemia, il lavoro è proseguito sul territorio, nei paesi e nelle contrade di cui volevamo raccontare le dolorose vicende, alla ricerca anche di gesti semplici quanto epici di persone comuni, ma tenaci. Infatti la volontà è stata quella di restituire un volto e una voce alle vittime civili, che spesso la Storia trascura. Così è avvenuta la raccolta con registrazioni audio e video delle testimonianze degli anziani del luogo, che all’epoca dei fatti erano bambini o quelle dei figli e dei nipoti, custodi delle memorie dei loro padri.
Nel mese di settembre 2020, prima dell’inizio delle attività scolastiche, sono cominciate le riprese. Sono stati giorni intensi, bellissimi e complessi, in quanto il gruppo ha dovuto far fronte alle innumerevoli difficoltà, tra cui il rispetto di tutte le norme di sicurezza anti-Covid. I mesi successivi hanno riguardato il montaggio e la revisione complessiva del lavoro.
Il docufilm Volti e voci di vittime civili nella Resistenza in val d’Alpone, tratta gli eventi tragici di alcuni paesi della vallata: Monteforte d’Alpone, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, Roncà e Vestenanova.
Il cortometraggio inviato alla scorsa edizione del concorso “Filmare la Storia”, che è relativo alle vicende particolarmente dolorose del paese di Vestenanova, unico comune della provincia di Verona ad essere insignito della medaglia di bronzo al Valor Militare,per l’alto prezzo di sangue pagato dalla sua popolazione nel corso della Resistenza.
A partire da maggio del 2021 il gruppo di lavoro è stato ricevuto dalle varie amministrazioni locali per la proiezione del docufilm all’aperto in contesti di eventi culturali. Gli studenti in quelle serate raccontavano con parole consapevoli e toccanti quanto quelle storie li avessero coinvolti, come avessero maggior consapevolezza dei loro territori, come attraverso quelle testimonianze ci fosse la loro eredità e il lor futuro per un domani in cui «la solidarietà trionfi sull’egoismo, il perdono vinca sull’ odio, la coscienza civica rimuova l’indifferenza».