PELLICOLE E PIXEL: CORSO PROFESSIONALE PER LA PRESERVAZIONE DEL FILM

di Serena Bellotti

Il corso in Conservazione per Operatore dello Scanner e tecnico della Pellicola, è stato promosso nel quadro delle risorse del PNRR, e nello specifico del Progetto Cinecittà, di cui la Missione 1 è finalizzata alla “Digitalizzazione, innovazione, competitività” e prevede corsi gratuiti professionalizzanti, programmi di alta formazione e programmi intensivi, da realizzare tra il 2022 e il 2026, con lo scopo di sviluppare e attuare una strategia nazionale per la formazione audiovisiva ad ampio respiro.

Il corso si colloca all’interno del nuovo progetto LuceLabCinecittà, mirato alla formazione e all’aggiornamento di studenti, lavoratori e aspiranti professionisti del settore dell’audiovisivo prevedendo la collaborazione con partnership esterne.

Per questo, l’Archivio Storico Luce ha individuato alcune figure della sua filiera interna che sono state coinvolte nel progetto, nello specifico per l’aspetto laboratoriale, affinché l’iniziativa avesse un valore formativo anche per il proprio personale.

Per garantire una altrettanto solida formazione teorica, il corso in Conservazione per Operatore dello Scanner e tecnico della Pellicola, è stato avviato in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici e del patrimonio culturale (DIUM) dell’Università degli Studi di Udine, da anni specializzata nella formazione didattica nel settore della preservazione audiovisiva, grazie a infrastrutture didattiche quali la Laurea magistrale internazionale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dell’educazione ai media, comprensiva di una laurea doppio titolo  Archivi|Cinema/Archives et Cinéma e laboratoriali, quali il laboratorio di preservazione e restauro del film e del video La Camera Ottica, con la quale l’Archivio collabora da alcuni anni per progetti di preservazione e valorizzazione del proprio patrimonio. Il gruppo cinema dell’ateneo udinese ha così collaborato all’impostazione metodologica e didattica del Corso con l’Archivio Storico e ha inoltre cooperato grazie alle docenze del proprio personale scientifico e tecnico.

La prima edizione, svoltasi da ottobre 2023 a febbraio 2024 con formula weekend, ha accolto 16 partecipanti, con l’intenzione di promuovere competenze chiave nel settore della preservazione e nella salvaguardia del patrimonio culturale audiovisivo.

Un buon tecnico della pellicola, per quanto esperto delle metodologie e tecniche di ispezione, revisione e diagnostica finalizzati alla conservazione passiva e attiva dei materiali pellicolari (fotochimici, magnetici), non può dirsi pienamente formato senza avere una visione d’insieme delle progettualità complessive d’archivio e in cui il suo lavoro si inserisce; allo stesso modo, un buon operatore allo scanner non può non pensarsi fuori da un sistema di conservazione e preservazione digitale più ampio come non conoscere le nozioni base relative alla provenienza, statuto e stato di conservazione dei materiali soggetti a digitalizzazione, alle proprietà fotografiche delle stesse e quindi delle scelte e soluzioni da effettuare e adottare in fase di impostazione e infine di quali siano gli obiettivi di scansione a breve e lungo termine e quindi di preservazione digitale degli stessi elementi. Per queste ragioni, il corso di formazione in Conservazione per Operatore dello Scanner e Tecnico della Pellicola ha avuto come scopo principale quello di avvicinare i/le partecipanti al mondo analogico-digitale, permettendo loro di acquisire praticità nell’ispezione, riparazione e digitalizzazione delle pellicole ma fornendo anche delle conoscenze teorico-metodologiche e storico-filologiche sui materiali e sulle pratiche di conservazione, preservazione e valorizzazione del patrimonio audiovisivo nazionale, spaziando anche su questioni filologiche e presentando dei casi di studio concreti.

Giunti al termine del corso di formazione, i/le partecipanti conoscono i processi fotochimici di produzione e post-produzione (dalla ripresa al film finito), riconoscono le caratteristiche fisiche e chimiche dei materiali cinematografici pellicolari; sono in grado di ispezionare, riparare e preservare fisicamente una pellicola attraverso l’uso degli strumenti più idonei; inoltre, conoscono la storia delle tecniche e delle tecnologie degli apparati di digitalizzazione; comprendono i principi alla base delle tecniche di digitalizzazione e le sanno mettere in pratica per la preservazione digitale a lungo termine dei materiali digitalizzati e la valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo.

Il corso di formazione ha attirato partecipanti da tutta Italia, alcuni con esperienze pregresse e altri con formazioni differenti, selezionati con l’obiettivo di ottenere però un gruppo sufficientemente omogeneo.

Durante il corso, sedici partecipanti sono stati suddivisi nei due gruppi di lavoro, ciascuno affiancato da dipendenti del laboratorio, che si sono occupati della loro formazione. Questa suddivisione ha favorito un’efficace distribuzione del lavoro e un apprendimento diretto consentendo a ciascun partecipante di acquisire familiarità con diverse modalità di lavoro, e acquisire una propria autonomia pur mantenendo uno standard uniforme.

La conoscenza degli strumenti e delle loro funzioni è dunque fondamentale, non solo per avere consapevolezza del proprio lavoro, che si tratti di riparazione o di scansione del film, ma anche per garantire la migliore qualità possibile al risultato finale. Raggiungere questo obiettivo richiede buone competenze tecniche e manualità, ma non esclude, anzi richiede, una profonda comprensione delle caratteristiche fisiche e chimiche delle pellicole coinvolte, nonché dei processi che ne permettono la loro produzione o che ne causano il decadimento quando non vengono rispettati i requisiti necessari alla loro salvaguardia.

Una prima introduzione al corso è stata svolta dal professor Simone Venturini, che ha inquadrato le finalità del corso all’interno di una tripartizione che vede le istanze archivistiche, storiche e produttive unirsi in modo sinergico per formare dei profili professionali ibridi e interdisciplinari.

Il percorso formativo si è dunque articolato in una prima parte strutturata in lezioni frontali che hanno avuto lo scopo di creare una comune base teorica e apprendere una terminologia condivisa dalla quale partire per affrontare le successive fasi del corso, coordinata da Gianandrea Sasso, responsabile dei laboratori di cinema del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, in collaborazione con Serena Bellotti, assegnista di ricerca presso lo stesso Dipartimento. La fase teorica, svoltasi nelle prime tre settimane del corso, ha voluto approfondire i principali aspetti legati alla produzione del film e ai processi di sviluppo e stampa, corredata da una visita al laboratorio di sviluppo e stampa di Cinecittà; si è passato poi all’identificazione delle caratteristiche fisiche dei materiali filmici (riconoscere i formati, il tipo di elemento, l’aspect ratio, le tipologie di perforazione e di colonna sonora, i supporti e le informazioni su di essi riportati); e delle differenti tipologie di danni che può subire una pellicola cinematografica (il restringimento, l’imbarcamento, le distorsioni e lo scollamento delle giunte), fondamentali per entrambi i percorsi di formazione; infine, al funzionamento di sistemi di replicazione partendo dalle stampatrici fino agli attuali scanner digitali.

Il corso ha così fornito occasioni di riflessione su questioni etiche e pratiche legate al restauro cinematografico, spesso orientate anche dalla natura diversificata delle domande e dalle curiosità emerse dai corsisti e dalle corsiste, frutto di eterogenee esperienze formative e professionali pregresse. L’esperienza laboratoriale, ad esempio, ha sollevato riflessioni sulla necessità di trovare un lessico più ampiamente condiviso tra gli archivi e i laboratori e sull’importanza di preservare le testimonianze storiche del processo di lavorazione, mettendo in luce la complessità e la responsabilità del lavoro del tecnico della pellicola o dello scanner nel mantenere l’integrità storica dei materiali.

La fase laboratoriale del corso è stata invece coordinata da Fabrizio Micarelli, responsabile della conservazione del patrimonio audiovisivo dell’Archivio Storico Luce, coadiuvato da Mario Damico, Benedetta Bellesia e Serena Picone per la formazione degli operatori della pellicola, e da Massimiliano Forcina, responsabile dell’area scanner con l’aiuto di Sonia Lapenna, Paolo Minacapelli, Antea Tramontano e Daniela Ostuni.

Durante questa seconda fase, i/le partecipanti hanno sperimentato quanto appreso teoricamente all’interno di un laboratorio altamente qualificato e dotato di specifiche apparecchiature, eseguendo tutte le fasi del processo di preparazione di un rullo alla digitalizzazione, o partendo dall’apertura delle scatole di conservazione e dalla raccolta dei metadati fino a riportare tutte le informazioni sulle schede di lavorazione oppure realizzando le scansioni di diverse tipologie di materiali seguendo tutti i parametri necessari per l’acquisizione digitale ad alta risoluzione.

Gli operatori e le operatrici del laboratorio hanno affiancato i corsisti e le corsiste nell’identificazione dei materiali, condividendo con loro i propri metodi di lavoro per la riparazione delle pellicole e il trattamento dei supporti problematici o degradati: quando un supporto è in fase di decomposizione avanzata, quando stondare le perforazioni rotte, quando utilizzare olii essenziali (di limonene o eucalipto) per facilitare l’apertura delle giunte e l’alcool isopropilico per ripulire i residui di colla, di sporco e polvere.

Una prima introduzione a differenti supporti pellicolari, positivi e negativi, è stata necessaria anche per gli operatori dello scanner poiché ogni supporto e ogni emulsione ha una propria caratteristica specifica della quale tenere conto nel processo di digitalizzazione.

Ciò che ha fornito un valore significativo all’intero percorso è stata la possibilità di avvicinarsi al vasto patrimonio preservato dall’Archivio Storico Luce, sui quali i/le partecipanti hanno avuto modo di lavorare. In particolare, i tecnici della pellicola hanno lavorato i materiali del fondo “Donato film”, che raccoglie al suo interno film sia in nitrato di cellulosa sia su supporto Safety, fiction e non fiction, e del materiale di repertorio del fondo “INCOM”, ovvero i servizi tagliati della famosa testata cine-giornalistica “La Settimana Incom (1946-1965)” in nitrato di cellulosa e in acetato di cellulosa.

Le scansioni hanno riguardato invece diversi cinegiornali presenti in inventario tra i quali “La Settimana INCOM” e i “Cinegiornali Luce sonori (B)” (1931-1940), quest’ultimi iscritti nel registro Memory of the World dell’UNESCO nel 2013.

Così impostata, la struttura del corso è stata particolarmente apprezzata da parte delle corsiste e dei corsisti per la possibilità di entrare in contatto con differenti metodi di lavoro e di assimilare le tecniche del mestiere in modo efficace.

In generale, i/le partecipanti al corso hanno apprezzato la varietà di competenze acquisite, trovando particolarmente significativa l’opportunità di bilanciare una competenza pratica, sia al tavolo passafilm o allo scanner, con una formazione teorica di supporto che ha consentito loro di conoscere tutte le fasi del processo di preservazione del patrimonio audiovisivo. Per molti, infatti, il corso è stato utile per consolidare le conoscenze teoriche apprese in percorsi precedenti e ha dato loro l’occasione di prendere familiarità con la manipolazione di elementi cinematografici d’archivio per la prima volta, o di acquisire sempre più confidenza con la lavorazione di questi materiali che richiedono delle attenzioni particolari data la loro natura; in altri casi, altrettanto frequenti, il corso è stato invece l’occasione per trasferire le competenze già in precedenze formate sugli aspetti analogici al campo digitale, intraprendendo il percorso di operatore allo scanner.

*Tengo a ringraziare Fabrizio Micarelli, Gianandrea Sasso e Simone Venturini per il loro contributo alla revisione dei contenuti di questo articolo.

Serena Bellotti

è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Udine per il progetto PRIN 2022 PNRR SAFE – The sustainability of Italian film heritage: archival infrastructures, digital preservation, stewardship strategies. La sua ricerca si concentra sulle pratiche di ricostruzione e restauro cinematografico, sulle modellazioni digitali dei manufatti filmici e sulla concezione e realizzazione di ambienti digitali per edizioni critiche del film. Svolge attività di docenza presso l’Università degli Studi di Udine per il corso “Laboratorio di restauro e archiviazione digitale del film e del video”. Partecipa a progetti in collaborazione con archivi e istituzioni nazionali e internazionali per la ricostruzione e il restauro dei film La battaglia dall’Astico al Piave (1918), Spedizione Franchetti in Dancalia (1929), The German Retreat and Battle of Arras (1917) e La guerra d’Italia a 3000 metri sull’Adamello (1916).

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