Vita pubblica e riti quotidiani nelle memorie visive reatine del Novecento. Report del seminario

Nel video che segue, a cura dell’interessante televisione locale di Rieti, Rete Zero, Patrizia Cacciani, Letizia Cortini e Roberto Lorenzetti tracciano un primo bilancio e prefigurano sviluppi futuri del progetto Luce per la didattica e della sua prima iniziativa in un territorio, Didattica Luce in Sabina.

La comunità locale e i partecipanti hanno risposto con impegno e creatività all’iniziativa, chiedendo un suo prolungamento, oltre a una nuova edizione, già prevista per l’autunno 2015.

Soprattutto la parte laboratoriale si è caratterizzata per il coinvolgimento attivo di insegnanti, operatori, appassionati di fotografia. Momenti di forte emozione si sono alternati a quelli di formazione, durante la costruzione di percorsi, la redazione di articoli, attraverso la ricerca delle fonti e la loro organizzazione sul sito, attività realizzate contestualmente e in modo condiviso. I partecipanti, provenienti non solo da Rieti, ma anche da diversi comuni della Sabina, hanno espresso coralmente il loro amore per la propria terra e per le fonti di immagini che la raccontano, nonché per i concittadini e le tante storie e memorie locali emerse nel corso dell’esame dei documenti fotografici, delle carte correlate in alcuni casi, dei film dell’Archivio Luce associati.

Numerosi partecipanti, insieme ai loro studenti, invieranno anche in seguito articoli e immagini contribuendo all’implementazione del sito Didattica Luce in Sabina, che diverrà lo strumento delle comunità locali per narrare, soprattutto con l’uso di fonti fotografiche e filmiche, adeguatamente contestualizzate, le storie dei territori, per comprendere la costruzione di immaginari attraverso le memorie private. Il corso all’archivio di Stato di Rieti ha confermato l’importanza di tutti gli “ingredienti” per interrogare e fare storia pubblica: le domande alle fonti diverse, la loro analisi secondo il metodo storico, distinguendo tra storia e memoria, tra immaginari e realtà fattuale, accanto all’amore verso le persone che hanno prodotto, messo in scena, realizzato storie personali, locali, intrecciate alla storia del paese, e non solo.

Riteniamo di avere un debito nei confronti di Marc Bloch, senza il quale questa esperienza forse non sarebbe mai stata fatta. A questo link un articolo di Mario Sanseverino che sintetizza il punto di vista di Marc Bloch sull’utilità della storia e su come trattare le sue fonti (riferimenti bibliografici in calce).

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